Quanta resistenza fai per non esserlo

Il giorno dopo l’intervento di Vittore Fossati del quale ho pubblicato ieri un suo testo ho ricevuto questa splendida email da Francesco Pedrini, collega in Accademia a Bergamo che, oltre che bravo artista, è persona gentile e intelligente. Ho pensato subito che sarebbe stato bello pubblicarla a ruota del testo di Vittore e Francesco ha acconsentito. Credo che in questo testo vi sia tutta l’emozione e la profondità che sono fluttuate nell’aria quella sera.

Vittore Fossati Oviglio 1981

Vittore Fossati, Oviglio 1981

 

Da: francesco pedrini <info@francescopedrini.me>
Data: 08 maggio 2015 11.16.01 GMT+02.00
A: Luca Andreoni <luca@lucandreoni.com>
Oggetto: Vittore conferenza

Ciao Luca, scrivo per ringraziarti.
Sono anni che ascolto interventi e conferenze ma ieri è stata proprio una esperienza di profondità.
Vittore tra il serio e il faceto, ha punto e punzecchiato, ma direi pure travolto i miei stati d’animo nei confronti dell’essere artista. Ho subito una serie di leve emozionali spiazzanti.
Ti prego di non credere che io sia sprovveduto, o che sia una fascinazione da “groupie”, ma sono abituato a portare al punto critico ogni discorso e con Vittore ne ho fatto forte esercizio.
Per assurdo non è stato un incontro sulla fotografia ma sul processo mentale che ti sfinisce prima di scattare la fotografia. Chiunque ci abbia giocato la vita questo lo sa. Anche il ritmo della conferenza è stato questo, centinaia di sollecitazioni stupende, vaghe, poi precise e poi click, lo scatto. Sembrava di essere nella sua testa durante un progetto artistico. Ebbene sì, la fotografia è cosa mentale quando hai gli strumenti…
Vittore ieri si è esposto enormemente, si è presentato armato di mille dispositivi teorici ma li ha deposti e si è messo a nudo, coscientemente e forse tatticamente, comunque sia ha vinto lui.
La fotografia non è questo? Ti armi di cose, strumenti, pensieri, teorie, suggestioni filosofiche e storiche; una specie di “noise” interiore e poi ti ritrovi con “solo un occhio” dentro un mirino e il mondo fuori (window) e click un istante.
Se la filosofia come l’arte ha il compito di agitare ambiti ieri è accaduto.
Come non emozionarsi quando Vittore dice che fa fotografie per riconoscenza a Ghirri, il quale una sera negli anni settanta lo ha chiamato dalla lattaia per invitarlo ad una mostra e lui non aveva nemmeno finito il suo primo rullino a colori. Chissà poi se la lattaia aveva le tette grosse come la tabaccaia di Fellini. Ma comunque, trovare un artista che si fa canale per passare informazioni, non mettendosi mai in prima persona persino quando mostra le proprie fotografie è disincanto, forse tecnica comunicativa, ma in realtà è semplicemente amore disinteressato per ciò che fai. Cosa dimostra che sei veramente un artista? Quanta resistenza fai per non esserlo.
Vittore è un perito aeronautico, difatti fotografa arcobaleni, Ghirri era un geometra e infatti fotografava gli Atlanti. Tu Luca sei il ghiaccio, si vede e si sente, ma il ghiaccio è acqua, conduttore per eccellenza.
Avrei voluto fargli mille domande ma odio chi fa domande alle conferenze, perché ad un vulcano che erutta non si fanno domande, ci si siede, si guarda, si ascolta e si vacilla possibilmente senza troppi click…

ciao, un forte abbraccio

francesco pedrini

 

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